Le teste degli Italiani: il vero problema dell’Italia, il quale cresce per ora in modo esponenziale

29 gennaio 2019

Alcuni Italiani sono dotati di testa che li porta a cercare informazione corretta, cioè basata su dati non oppugnabili commentati da persone differenti per ideologia, credo politico e/o religioso ma tutte dalla provata statura solida. Ne scrivevo al mio amico S, dopo essere riuscita a partecipare, in extremis, a un evento organizzato dal “Corriere della sera”. Il tema era accattivante davvero

Carissimo S ,

grazie delle parole dolci e incoraggianti che mi hai rivolto nella mail che mi hai scritto 5 giorni or sono. Meno male che le relazioni per il CNU sono state ultimate. Ora, mentre io stendo un indice dei nomi che sarà certamente lacunoso (sono arrivata a 12 pagine: una follia, perché il libro non è grosso) tu lavori per la Carocci, attendendo alla parte meno piacevole. In realtà il fondo di insoddisfazione e tristezza che sento in me è determinato dalle teste degli Italiani, cioè dal clima di questo Paese, al quale il destino mi ha consegnata, l’Italia. Fino a due o a tre anni fa avevo la sensazione che gli Italiani, tutto sommato, chiusa l’era berlusconiana, si stessero comportando abbastanza bene. Pareva capissero che la crisi economica da cui siamo stati travolti a partire dal fallimento terribile di Lehman and Brothers in larga misura è colpa degli stessi Italiani; è colpa del debito pubblico colossale accumulatosi negli anni ’70 e ’80 del Novecento, debito che la classe politica democristiana creò, pur sapendo che sarebbe stato insostenibile per le generazioni future, al fine di dare tutto a tutti ed evitare che i comunisti vincessero le elezioni. Pareva a me altresì che gli Italiani si stessero rimboccando le maniche, attrezzandosi alla necessità di una vita più sobria, cioè più povera (non da miserabili): oggi mangiano,  nutrendosi a sufficienza o quasi, un miliardo di Cinesi che mangiavano pochissimo fino a 20 anni or sono e che morivano di fame sotto il comunismo maoista tra 60 e 30 anni or sono. Mangiano 500 milioni di Indiani che morivano quasi di fame fino a 30 anni fa. Dunque l’Occidente e l’Europa in particolare non avrà mai più il consumismo, il tranquillo materialismo onesto, chiamato benessere, che rendeva tanto sicura la vita dei miei genitori. Non sarà più possibile sperperare come si faceva gioiosamente, a spese delle future generazioni, 30 e 40 anni fa. 40 anni fa l’Occidente consumava da solo tre quarti delle risorse del pianeta. Oggi può consumarne forse il 30%, e sicuramente consumano assai più dell’Europa le tigri asiatiche a regime democratico-liberale e gli USA. Pareva che le teste degli Italiani in qualche modo capissero che c’era stata la svolta economica epocale.

Le mie illusioni sono cadute. Questo Paese, da sempre corrottissimo è ora più corrotto che mai e non solo: è diventato selvaggio e crudele. Sotto vedi il titolo ufficiale del dibattito cui ho assistito oggi in uno dei migliori salotti culturali (alta divulgazione) italiani, di quelli in cui si ricevono e si barattano informazioni e prospettive di alta qualità, cioè la sala conferenze e dibattiti del Corriere della sera. Ricevo ogni settimana il loro invito e frequento più spesso che posso, prima che inizi il corso. Non solo, frequento assiduamente un altro salotto politico-culturale milanese di livello altissimo, internazionalizzato per sua natura e molto moderno, l’ISPI, la scuola per la diplomazia (Istituto per lo studio della Politica internazionale). Faccio questo non solo perché avverto l’esigenza personale di assumere, chiedo scusa se mi ripeto,  informazioni atte a farmi comprendere cosa succede nel mondo e in Italia oggi e perché queste cose succedono; faccio questo anche per impostare la ripresa imminente del rapporto con gli studenti. Voglio “corazzarmi” perché sento fortissima l’esigenza di incitare le coscienze dei giovani, dei miei studenti, a reagire. I sociologi e i politici che ho ascoltato oggi, lucidissimi e intelligenti tutti, erano convinti che gli Italiani hanno dentro di loro tantissimo rancore (rancore per il fatto di essersi impoveriti materialmente fino alla soglia della miseria) e tantissima paura. Oh le teste degli Italiani, incurabili, pigre, ottuse! Gli Italiani si sono gettati tra le braccia di partiti oscurantisti conferendo loro la guida del Paese perché desideravano, in fondo, che il loro rancore, la loro paura, venisse approvata e “cavalcata” da questa brutta gente. Ogni giorno persone che un tempo erano miti e quasi solidali con chi ha molto meno di loro si convertono a questa ideologia dell’odio: scaricano in particolare sugli sventurati migranti la loro rabbia cieca. Chi è al potere, realmente, nel Paese in cui purtroppo mia madre mi ha fatta nascere? L’ignoranza. La più tetra e bestiale ignoranza sembra ed è oggi la vera padrona dell’Italia. Le teste degli Italiani se la trasmettono a larghe manate sul web. L’odio e la paura sono una ovvia conseguenza dell’ignoranza e della vergogna di non essere capaci di capire, di rifiutarsi di capire.

Il vostro capo del governo Macron, criticabile che sia, si è rivelato un politico dal grande talento: ha concesso subito ai gilets gialli quello che chiedevano. Pertanto questa rivolta cosiddetta “spontanea” e nata sui social avrebbe dovuto indebolirsi e al contempo sentirsi vittoriosa. E invece no. Vanno avanti, avanti: così Macron li ha smascherati. Il cosiddetto movimento spontaneo in realtà è stato sapientemente architettato dalla destra estrema, che lo pilota insieme al proprio alterego, la sinistra estrema. Basta caro S., non andare in collera se odio l’Italia e non perdere tempo a rispondermi. Per l’Italia ci vorrebbe la cura Robespierre. Un abbraccio, MG

P.S.: e rotoli per prima la mia testa, certo

Messaggio originale POSTI ESAURITI – L’Italia, il populismo e la cattiveria.eml

Oggetto: POSTI ESAURITI – L’Italia, il populismo e la cattiveria
Da: noreply@rsvpfondazionecorriere.it
Data: Mon, 21 Jan 2019 14:30:09 +0100
A: maria.riccobono@unimi.it
Buongiorno,
per l’incontro
L’Italia, il populismo e la cattiveria
29 gennaio 2019, ore 18
Sala Buzzati Via Balzan 3, Milanoabbiamo già esaurito i posti, quindi non siamo in grado di confermarle la prenotazione; sarà comunque nostra premura avvertirla qualora si liberassero dei posti in sala.Certi della sua comprensione, inviamo cordiali saluti,
Fondazione Corriere della Sera

Sul Sole 24 ore di ieri, giornale non comunista e proclive eminentemente a informare circa le strategie trasparenti per la crescita economica leggo :

IlSole24ore.
03 FEBBRAIO 2019

LE PREVISIONI DEGLI ECONOMISTI
Recessione, raffica di tagli al Pil. Crescita 2019 sotto allo 0,5%
• –di Barbara Bonomi

Anche le ultime previsioni dei principali Istituti di ricerca sembrano ormai superate e ottimistiche dopo la diffusione dei dati Istat del quarto trimestre che certificano la recessione tecnica. Nel 2019, il Pil crescerà al massimo dello 0,5 per cento.
Ma è difficile che ci arrivi. Due dei tre previsori che costituiscono il panel su cui si basa l’Ufficio parlamentare di bilancio la pensano allo stesso modo: «I dati Istat mostrano che l’economia italiana ha smesso di crescere e lasciano un’eredità pesante al 2019: anche ipotizzando tutti i prossimi trimestri in crescita, difficilmente si arriverà al +0,5% che stimavamo a dicembre. Saremo tra zero e 0,5%», dice all’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor Stefania Tomasini, responsabile analisi economiche di Prometeia. «La crescita sarà sotto lo 0,5%, con rischi di ulteriore ribasso», aggiunge il Capo economista di CER –Centro Europa Ricerche Antonio Forte: «Siamo lontani dall’1% previsto dal Governo e anche nel 2020 la crescita sarà tra lo 0,5% e l’1% al massimo», assicura.
GUARDA IL VIDEO – Dalle previsioni intermedie ai rating il calendario delle scadenze dei conti pubblici
Domanda interna preoccupante
Secondo Tomasini di Prometeia, «l’elemento più preoccupante è l’andamento della domanda interna: l’Italia sta già vivendo peggio di altri il contesto internazionale e da questo punto di vista non possiamo aspettarci impulsi. Sul piano interno, il clima di incertezza, secondo noi, ha causato una caduta degli investimenti, che ci aspettiamo prosegua soprattutto per le costruzioni, e un ristagno dei consumi». Preoccupazione questa che condivide l’Ufficio studi di Confcommercio: «I dati di oggi rendono più che concreti i rischi di una variazione del Pil molto al di sotto delle previsioni. Di conseguenza, il reperimento di circa 23 miliardi per disinnescare le clausole Iva, che si attiverebbero dal primo gennaio 2020, diventa una sfida che il Governo deve assolutamente vincere» per scongiurare un crollo dei consumi privati.
RECESSIONE TECNICA / Che cos’è
Conti pubblici in peggioramento
L’andamento del Pil ha riflessi negativi anche sui conti pubblici, sotto stretta sorveglianza della Commissione europea. In un contesto di recessione, che potrebbe essere anche più duratura del previsto, «peggiora automaticamente anche il deficit tendenziale 2019 che viaggia già al di sopra del 2% del Pil», l’obiettivo concordato da Roma con Bruxelles, spiega Forte del CER. E anche per Tomasini di Prometeia, l’andamento del Pil «non è una buona notizia per i conti pubblici. Pur considerando che un’eventuale divergenza dai target dovuta al rallentamento non dovrebbe influire sul giudizio Europeo che valuta gli andamenti al netto del ciclo, il venir meno della crescita rende più fragile e meno sostenibile il nostro debito».
PER SAPERNE DI PIÙ / L’impatto sui conti pubblici
Occupazione in frenata
Il mercato del lavoro «è lo specchio dell’economia: c’è una frenata molto chiara dell’occupazione, la disoccupazione risale dai minimi, diminuiscono i lavoratori permanenti e aumentano quelli a termine e autonomi, che spesso nascondono precariato», osserva Tomasini, commentando i dati sull’occupazione diffusi sempre stamattina e dai quali non emergono gli effetti che il Governo ha affidato alle norme del decreto Dignità. Un mercato «anemico», per Forte, che stima un tasso di disoccupazione ancora sopra il 10% quest’anno.
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