CIRCA LA CAPACITA’ DELLA PROPAGANDA RUSSA DI ARRIVARE DAPPERTUTTO: sconcertante sessione di informazione sull’Ucraina oggi organizzata dall’ISPI

Ho partecipato, giovedi 22 febbraio, all’evento ISPI sull’Ucraina a Milano. Ci sono andata, malgrado il dolore a un ginocchio in attesa di operazione, soprattutto perché parlava tra gli altri l’Ambasciatore italiano a Kiev Pier Francesco Zazo, notoriamente personalità di altissimo livello sia sul piano diplomatico sia su quello pragmatico dell’agire concreto (fu l’ultimo ambasciatore a lasciare Kiev dopo l’aggressione russa con un gran seguito di gente protetta o ospitata in ambasciata). Parlava in video-collegamento.

Più o meno tutti e tre i relatori hanno convenuto sul fatto che la situazione è ormai molto difficile per l’ Ucraina. I Russi avanzano lenti ma avanzano, e godono di una immensa provvista di armi prodotte dalla loro industria pesante, tutta bellica ormai. Le sanzioni occidentali non servono più a nulla. I Russi commerciano con l’India, con la Cina, con il Brasile, con l’Africa ecc. Il PIL nel 2023 è cresciuto del 3%. Non esiste una opposizione a Putin. Le due grandi occasioni di indebolire il satrapo feroce (caso Prighozhin soprattutto) sono naufragate del tutto. Le genti russe in sostanza sono con Putin malgrado questi e l’establishment derubino sistematicamente la popolazione.

E l’Ucraina? Zazo ha detto che, malgrado tensioni tra maggioranza e opposizione in Parlamento e fuori, gli schieramenti politici sono uniti nella assoluta necessità di resistere all’aggressione. La società ucraina, pur spossata, quasi stremata, non vuole in alcun modo la resa. Tutti, anche i russofoni (che Putin va dicendo siano russofili), NON vogliono trattative con Putin. Sanno bene che Putin e anche i vertici del Cremlino NON rispettano i patti. Denazificare l’Ucraina significa deucrainizzare l’Ucraina, distruggere i suoi più alti valori, la cultura e le tradizioni sue proprie ecc. La Russia rivuole un impero fondato sulla schiavitù dei popoli dominati. Hanno speranza gli Ucraini? Posto il fallimento della troppo sbandierata controffensiva dell’estate u.s., di speranze ne hanno pochissime, perché avrebbero bisogno di armi mentre i leaders europei fanno tante promesse, che certo vogliono mantenere, ma sono lentissimi nel rifornire.

Meno male che sono stati varati i 50 miliardi di euro di aiuti da Bruxelles con cui finanziare il sistema scolastico, la sanità, la ricostruzione in tempi rapidi delle fabbriche che producono armi. L’esile e tuttavia più concreta speranza degli Ucraini è che il Congresso americano sblocchi i fondi per le armi promessi da Biden. Se quei fondi non saranno sbloccati i Russi prenderanno Kiev e poi chi lo sa cos’altro. A questo punto la moderatrice ISPI ha domandato a tutti i relatori se vi siano speranze per una cessazione del conflitto. Confesso che sono rimasta basita. È evidente che quando i Russi saranno arrivati al confine con la Polonia il conflitto, nella forma che ha adesso, finirà; ma la giovane signora, ho poi compreso, intendeva una composizione accettata e siglata (trattati).

A questo punto è stato dato molto spazio all’accademico di uniVE esperto di Russia, il quale ha detto che la gente, anche i governanti occidentali, sono digiuni di conoscenze storiche (credo si riferisse alla mitografia russa), non sanno p.e. che per Putin l’Ucraina fa parte della Russia: in essa ha sede la cattedrale a capo della religione ortodossa “slava e russa” (parole mie). Soprattutto, gli attori europei e occidentali devono parlare con Putin, accordarsi con lui, cosa che finora pare non vogliano capire. Per trattare con la Russia occorrerà, forse o probabilmente, lasciarle i territori che ha conquistato finora. L’Occidente deve ormai comprendere che da questo conflitto uscirà un mondo diverso. Gli equilibri complessivi cambieranno in modo sostanziale. L’Occidente, USA inclusi, non potranno più incidere fortemente sul nuovo ordine mondiale, che sarà invece fortemente condizionato da Russia, Cina e altri colossi anti-occidentali. Questo il contributo del prof.uniVe al quale i cittadini italiani pagano lo stipendio. Il prof ha esposto tutto ciò come se stesse fornendo una informazione assolutamente obiettiva, ed è possibile che, innamorato del proprio argomento, ormai ne abbia succhiato il punto di vista senza quasi rendersene conto e senza approfondire gli altri punti di vista.

NON POTEVO E NON VOLEVO CREDERCI: LA PROPAGANDA RUSSA È  ARRIVATA DENTRO L’ISPI, CHE FINORA ERA STATO LIBERO DA INGERENZE DI OGNI POTERE. IL PROF DI UNIVE HA UN INCARICO ALL’INTERNO DELL’ISPI.

Non me la terrò. Ne scriverò all’Ambasciatore Massolo e anche alla moderatrice di oggi. Così mi butteranno fuori pure dall’ISPI.

Tra di me pensavo e penso che nei suoi 15 o 16 mesi di governo Draghi, con la sua intelligenza straordinaria, il suo prestigio e la sua calma teneva unita la governance europea (certo, Scholz e Macron soprattutto) insistendo sul fatto che si doveva arrivare a una pace giusta e che la pace giusta era quella stimata come giusta dalla Ucraina aggredita e straziata.

E ora parlo io.

Nel frattempo è avvenuto, con molta sacrosanta enfasi “celebrativa del dolore ucraino”, il secondo anniversario (24 febbraio) dell’aggressione ferocissima di Putin al Paese nostro amico. Meno male: non solo gli UE e l’Occidente tutto (meno di tutti gli USA repubblicani) hanno rinnovato amicizia e sostegno al dignitoso, sobrio e composto Paese straziato da Putin (non senza avere molto riguardo ad accaparrarsi un ruolo nel busyness della ricostruzione) ma molti media impermeabili alla propaganda putiniana hanno sottolineato che già il fatto di avere resistito due anni al formidabile nemico è un grande successo del fronte anti-Putin.