Pietà per i Palestinesi?

Mi spiace, non ci riesco. Provo compassione reale nei confronti dei Palestinesi della Cisgiordania, verso i quali Israele si comporta da predatore. Spero di vivere abbastanza da vedere spazzati via tutti gli insediamenti israeliani illegali.

Per quelli – martoriati sicuramente — di Gaza, provo la compassione generica che potrei provare per moglie e figli dei membri della Gestapo. Invece che aiutare alcuni ostaggi israeliani che erano fuggiti dai maledetti tunnel i Palestinesi di Gaza li hanno riconsegnati ad Hamas. Quando ho dovuto toccare con mano che era vero quel che dicevano gli Israeliani, e cioè che Hamas usa scuole, ospedali, asili e luoghi di culto come basi da cui si diramano gli orribili tunnel; e che tutti gli abitanti di Gaza sono palesemente implicati nelle operazioni dei terroristi, perché tutti hanno almeno un fratello, o uno zio, o un figlio, o addirittura il padre di famiglia come diretti esecutori degli orrori del terrorismo; e talvolta più zii, più fratelli, più figli, più nipoti tra i feroci militanti dello stupro, delle torture, delle abiette mutilazioni e del terrore: dopo aver visto che ciò è inconfutabile come possono farmi pena i Palestinesi della Striscia?

Solo i cretini possono provare pena. I Palestinesi della Striscia di Gaza consegnino agli Israeliani i sadici criminali di Hamas; è così semplice! Solo dopo che i Palestinesi di Gaza si saranno fattivamente impegnati nella liberazione di possibili ostaggi israeliani ancora vivi e prigionieri; e solo dopo che i detti Palestinesi consegneranno i terroristi vivi, o almeno quanti più possibile vivi; soltanto allora i predetti saranno degni di tutto l’aiuto possibile da parte del mondo civile. Su Nethanyahu e sugli Ebrei più fanatico-rigoristi ricade gran parte della responsabilità politica e morale del disastro in corso. Ma il premier ha ragione, politicamente, quando dice che gli Israeliani non se ne andranno da Gaza fino a quando non sarà stata distrutto ogni elemento, persona o cosa, di Hamas.

Circa la fine della seconda guerra mondiale gli Americani bombardarono il monastero di MonteCassino, il simbolo stesso della civiltà occidentale e dei suoi valori più nobili e più alti, perché là si era asserragliato il comando tedesco in ritirata. Fecero bene, purtroppo. La Germania al termine della seconda guerra mondiale era similissima alla Gaza di adesso: un mucchio di rovine fumanti. Gli Americani dimostrarono una straordinaria lungimiranza e capacità di visione quando, invece che imporre al nemico sconfitto pesanti sanzioni, stanziarono anzi moltissimi fondi per aiutare i Tedeschi a ricostruire le loro città e a fare ripartire le loro attività economiche.

Nethanyahu e gli Ebrei fanatico-rigoristi sono incapaci di visione. L’attuale leadership americana è invece del tutto in sintonia con quella che ristorò l’Europa grazie al piano Marshall. Però tra pochi mesi negli USA si voterà. Se Trump vincerà le elezioni sia la guerra arabo-palestinese che la lurida e imperialistica invasione russa della Ucraina diverranno endemiche; vivremo in un mondo in guerra (e cosa potrebbe succedere agli abitanti di Taiwan? Ecco, questi sì che hanno tutta la mia ammirazione e la mia compassione). I Palestinesi della Striscia, gli sventurati Huthi dello Yemen sedotti dall’Iran e altri molti diventeranno ancora più magri; grazie Putin, che sei stato molto abile nell’orchestrare l’esplosione mediorientale.