Ragazzi, scappate dall’Italia! Implicitamente ve lo consiglia anche il Nobel per la fisica Giorgio Parisi

Il convegno a Roma Natalità e lavoro. Il Nobel Parisi ai Lincei: “Questo non è un paese per giovani”. Il Nobel per la Fisica torna a parlare di giovani e di opportunità con uno sguardo ampio sull’Italia che secondo lo scienziato “è in una trappola demografica” Tweet 12 ottobre 2021. Sono necessari aiuti fiscali per contrastare il problema del calo delle nascite in Italia. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi, aprendo il convegno in corso a Roma sugli ‘Aspetti medici e sociali dell’età pediatrica in Italia’ organizzato presso l’Accademia dei Lincei e promosso dalla Sapienza Università di Roma e la Società italiana di pediatria.  “L’Italia si trova in una trappola demografica: il numero dei nati è sempre più più basso, bisogna intervenire anche mediante aiuti fiscali”, ha detto Parisi, introducendo i lavori come presidente della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali dell’accademia. In apertura del convegno Parisi è tornato a parlare di opportunità per i giovani nel nostro Paese “La precarietà dei contratti giovanili si è sviluppata a macchia d’olio in italia e questo è un problema politico fondamentale da considerare”. “Abbiamo un’emigrazione italiana ampia, sostanziosa e costante di persone con un’alta preparazione professionale e il motivo di questo fenomeno è chiaro per me, forse non per tutti: una coppia, per decidere di fare un figlio vuole avere una sicurezza economica e questa, con i contratti precari non c’è”.  Per Parisi “la natalità in Italia si è ridotta anche per effetto della pandemia, ma è difficile non pensare che questo non dipenda dalla struttura della società italiana. L’Italia non è un paese per giovani”, ha detto citando il titolo di una trasmissione radiofonica. Il Convegno dice il Nobel “ha una storia complicata. Doveva essere fatto a marzo 2020, un momento tragico anche per la strage nelle zone del bergamasco e ricordo che, uno dopo l’altro, ho dovuto annullare tutti gli eventi. Finalmente, grazie all’effetto fondamentale delle vaccinazioni, oggi la situazione è più soddisfacente e ricominciamo, mantenendo le protezioni per contenere l’epidemia da Covid-19, a fare attività in sede” – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/parisi-nobel-questo-non-un-paese-per-giovani-1eafeb66-a062-4cd1-a55c-fba5448ce669.html

In una cosa non condivido il pensiero dell’illustre fisico, che mi pare lievemente venato di provincialismo: Egli ha fatto molte esperienze all’estero, ma tutte brevi, e infatti si astiene dal fare raffronti tra l’Italia e gli altri Paesi UE. Oggi, in tutto il mondo democratico-liberale sviluppato, alcuni anni di precariato sono fisiologici e anche benvenuti. Peraltro io stessa feci sei anni di precariato tra 1977 e 1983, prima di avere un posto a tempo indeterminato. Smettiamola con la mentalità del posto fisso, che è legata al clientelismo e alla non-produttività. Tutti, dico tutti i giovani che ho incontrato in Germania quando ho avuto la fortuna di poter lavorare in quel meraviglioso Paese, tra 2009 e 2012 inclusi, tutti dopo alcuni anni di precariato da borsisti e simili sono entrati di ruolo, ma NON nella univ in cui si erano laureati. Sono stati assunti perché avevano le carte in regola superando valutazioni nelle quali il valutatore (i valutatori) li conoscevano personalmente in maniera superficiale e spesso non li conoscevano affatto e si erano fatti un’idea solo dai titoli e dal curriculum del candidato. Tutti si sono formati una famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano e contribuiscono alla pari a crescere i figli SENZA l’aiuto ossessionante dei nonni. Mio figlio ha fatto a scuola il tempo pieno (dalle 8 alle 16) e parallelamente veniva accudito da baby-sitters quando io non potevo rincasare prima delle 20, ma anche quando ero in casa e dovevo studiare e scrivere per la ricerca scientifica. Il risultato è stato ed è eccellente: primi 19 anni a VA, poi univ Catt a MI, lavoro di prestigio a MI che nulla ha a che fare con la univ, stipendio ottimo, stima di tutti coloro che hanno a che fare con lui. Sapete come ha fatto carriera il prof. Galli? Laurea al Sacco, assistente al Sacco, prof. associato al Sacco e prof. ordinario al Sacco. Che vergogna! Ciò, semplicemente, dovrebbe essere proibito per legge.

Oggi la mobilità è fondamentale, ma in Italia, dove non esistono asili nido e si pretende l’aiuto dei nonni come se i nonni fossero una istituzione deputata ad allevare in larga misura i nipoti; in Italia pare che stare con il sedere piazzato sempre nella stessa poltrona dello stesso stabile non troppo lontano da casa sia quasi un diritto. Chi ragiona così chieda il reddito di cittadinanza. I nonni sono una delle rovine della economia italiana: frenano lo sviluppo economico e impediscono il corretto funzionamento dell’ascensore sociale. Ragazzi, se siete laureati e siete in gamba, se avete delle sane ambizioni, fuggite, andate all’estero, non date retta ai cattivi consiglieri i quali vi dicono: “Ma in tal modo le risorse del Paese vengono formate in Italia e poi vanno a produrre valore aggiunto all’estero!”. Ricordatevelo, se restate nella UE il valore aggiunto si spande poi su tutti i Paesi Ue, Italia inclusa, salvo che in Olanda, Belgio, Germania, Danimarca ecc. ecc. avrete la possibilità di mettere davvero a frutto il vostro valore. Qui in Italia solo una persona su dieci, tra i laureati, può mettere a frutto il proprio talento senza lasciarsi fagocitare dal clientelismo e dalla corruzione, che poi bloccano ogni possibilità di costruire qualcosa. Il Presidente Mario Draghi, che dopo la laurea in Italia è andato a completare la formazione negli USA, ove è rimasto diversi anni, ha una figlia negli USA e un figlio nello UK e non ne fa mistero.