Rinunciare OGGI al gas e al petrolio russo (oltre che ai combustibili fossili) potrebbe essere una opportunità

Ho trovato il meraviglioso auspicio che sta nel titolo su un breve aggiornamento fornito dall’ISPI. Ne incollo stralci qui sotto sperando che possano servire a tutti

 
 https://campaign-image.eu/zohocampaigns/28716000192133260_zc_v16_header_dailybrief2020.jpg7 aprile 2022
IL PREZZO DA PAGARE
Il parlamento europeo chiede embargo immediato e totale sull’export di energia dalla Russia. Ma Germania, Ungheria e Austria puntano i piedi. Borrell: “Dall’inizio della guerra l’Ue ha pagato 35 miliardi di euro per l’energia russa e solo uno per aiuti all’Ucraina”. Nel frattempo, 93 paesi ONU votano la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani.

“Ho tre richieste oggi per il Consiglio atlantico: armi, armi, armi”: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al Consiglio atlantico a Bruxelles. “Chi dice vi do armi difensive ma non offensive è un ipocrita. La differenza tra armi offensive e difensive non dovrebbe avere senso nel mio paese, perché ogni arma usata dalle forze ucraine contro un aggressore straniero è difensiva per definizione”, ha aggiunto il ministro chiedendo agli europei di mettere da parte le loro esitazioni e incalzandoli affinché impongano “un totale embargo sul petrolio e sul gas russi, vengano sconnesse da Swift tutte le banche russe, tutti i porti siano chiusi alle navi russe, con un numero minimo di eccezioni”. Intanto, secondo il Pentagono, le truppe russe si sono “completamente ritirate” dalle zone di Kiev e Kharkiv. La Difesa americana ha confermato che il fronte più duro si è spostato nell’est dell’Ucraina. Per questo la vicepremier Iryna Vereshchuk ha invitato gli abitanti delle regioni di Kharkiv, Donetsk e Lugansk a lasciare la zona non appena possibile. Ad Hostomel, un sobborgo di Kiev, risultano dispersi almeno 400 residenti e gli ucraini accusano i russi di bruciare i corpi in forni crematori mobili per nascondere i crimini commessi: succederebbe a Mariupol e in altre città. Secondo il sindaco, Vadym Boichenko, nella città portuale sarebbero almeno 5mila le vittime civili. Infine, la Russia è stata sospesa dalla partecipazione al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, in seguito alla votazione favorevole di 93 paesi (24 i contrari; 58 astenuti) dell’Assemblea generale.Gas: tutto il resto non servirà?Con un risultato inatteso, se non altro per la larghissima maggioranza con cui è passato, il Parlamento europeo ha votato a favore di un emendamento che chiede “l’embargo immediato di carbone, petrolio e gas russi”. Un segnale, quello arrivato dall’Europarlamento, che la strategia di ‘sanzioni graduali’ nei confronti di Mosca non convince. Lo aveva spiegato bene ieri, in un accorato discorso, Guy Verhofstadt – ex primo ministro del Belgio e deputato di Renew Europe – che rivolgendosi ai presidenti di Commissione e Consiglio, Ursula von der Leyen e Charles Michel, per chiedere di cambiare strategia: “I pacchetti graduali di sanzioni con un autocrate non funzionano” ha detto Verhofstadt. “Siamo al quinto pacchetto e che cos’è: carbone. È ridicolo. Il carbone rappresenta solo il 3% delle importazioni dalla Russia. E sul bando da Swift? È ridicolo. Più del 50% delle istituzioni finanziarie russe è ancora fuori dal bando”. Secondo Verhofstadt, con lo spagnolo Luis Garicano tra i primi sostenitori di un embargo energetico totale alla Russia “è arrivato il momento di convocare un Consiglio europeo straordinario il più presto possibile e adottare il pacchetto totale di sanzioni. Tutto il resto non funzionerà. Tutto il resto prolungherà la guerra”. Quanto alla Germania, che in queste settimane è stata il principale ostacolo nella discussione di un embargo sul gas russo Verhofstadt ha detto: “Penso che dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, è emersa una Germania forte e democratica. Ma da questa Germania molto forte e democratica io mi aspetto leadership. Che guidi tramite l’esempio. E non che punti i piedi a terra, come invece vediamo oggi”.   L’approfondimento di oggi:
Speciale Russia-Ucraina: la sanzione che non c’è Vai al linkRinviare l’embargo sul carbone?Sebbene costituisca un segnale dall’indubbia forza politica, il voto dell’Europarlamento non è decisivo né vincolante poiché la decisione finale spetta gli stati membri. E sono in molti nei palazzi di Bruxelles a pensare che ci siano poche possibilità che si raggiunga l’unanimità per un embargo al gas. Le proiezioni sono invariabilmente: sul carbone sì, sul petrolio forse ma non oggi, e sul gas difficile, forse mai. Solo dall’inizio dell’invasione russa ad oggi – ha tristemente ammesso l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell – l’Ue ha pagato 35 miliardi di euro per l’energia russa a fronte di un solo miliardo di euro inviato all’Ucraina sotto forma di aiuti. “Oggi abbiamo posto fine al carbone, ma si tratta di una piccola frazione del totale”, ha detto Borrell. “La nostra indipendenza, la nostra autonomia energetica, dipende dalle energie rinnovabili e, per la prima volta, geopolitica e cambiamento climatico si stringono la mano in un obiettivo comune”. E così mentre il Parlamento Europeo approva la risoluzione, dal Coreper – la riunione degli ambasciatori dei 27 paesi membri – trapela la notizia che nel quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia si va verso uno slittamento dell’inizio dell’embargo per l’import di carbone. Secondo fonti europee, la proposta di rinviare l’inizio dell’embargo – che non comincerebbe così prima del mese di agosto – è stata avanzata dalla Germania e avrebbe ottenuto una prima luce verde questa mattinaUna follia morale ed economica?Eppure, rinunciare a gas e petrolio non solo diminuirebbe la nostra subalternità rispetto alla Russia, ma farebbe anche il bene del pianeta contrastando le emissioni nocive di gas serra che provocano il riscaldamento climatico. Secondo il rapporto pubblicato nei giorni scorsi dagli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), la transizione da carburanti fossili ad energie alternative è questione di “ora o mai più”. Il documento, redatto dagli scienziati di quasi 200 paesi e considerato uno dei più importanti degli ultimi anni sottolinea come “l’umanità sia ad un bivio”, e le decisioni che prendiamo adesso “possono assicuraci un futuro vivibile”. Centrale nello studio, sarebbe proprio il futuro delle fonti fossili. “Serve una sostanziale riduzione”, si legge dunque nel comunicato. La strada da intraprendere passa da una diffusa elettrificazione, da una maggiore efficienza energetica, dall’utilizzo di carburanti alternativi come l’idrogeno e naturalmente dalle rinnovabili. Numerosi e significativi i commenti che hanno accompagnato la pubblicazione. Uno su tutti, quello del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres. “Continuare a investire nei combustibili fossili è una follia morale ed economica. Gli attivisti del clima sono descritti come pericolosi radicali, ma i radicali davvero pericolosi sono quei paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili”.