DEFINITIVA SANZIONE DEL FATTO CHE SI INTENDE LASCIARE LA RICERCA SCIENTIFICA IN ITALIA NELLE MANI DELLA CORRUZIONE E DEL CLIENTELISMO PREDATORE E LADRONESCO

Carissimi  studenti  delle Superiori e dell’Università,

coloro che avevano intentato una guerra pulitissima contro il malaffare che governa le Univ it hanno definitivamente perso la guerra. L’OICU (Osservatorio Indipendente dei Concorsi Universitari) ha deciso di sciogliersi. Per anni ha denunciato alle autorità competenti (per lo più ai Rettori, ma anche al Ministro, al TAR ecc.) le gravissime irregolarità che accompagnano i concorsi universitari in genere dall’origine, cioè dal bando emesso dalle singole Univ, spessissimo concepito, illegalmente, in modo da favorire la / il protett/a/o (losc/a/o) di turno, p.e. precisando che il candidato il quale vincerà deve essere in possesso di requisiti che si attagliano a una sola specifica persona. L’OICU ha vinto la stragrande maggioranza delle sue battaglie, ma ciò non è valso a niente. La speranza era quella che il legislatore si decidesse a varare una legge circa il reclutamento univ tale che rendesse trasparenti e non eludibili le regole da rispettare affinchè vincessero i candidati più meritevoli. C’è stato alcune settimane or sono un momento che aveva destato grande entusiasmo e grandi speranze.

Entusiasmo e speranze erano stati suscitati da un’accurata inchiesta del quotidiano “La Repubblica” recante prove schiaccianti del fatto che la corruzione è il costume dominante (“Agnese nel paese dei baroni. Inchiesta sull’università malata e sulla strage del merito”, su Repubblica il 25 aprile 2021). Pochi giorni dopo fu intervistata l’attuale modestissima ministra della Univ e ricerca scientifica, Maria Cristina Messa, che tutti noi interessati ascoltammo su You Tube (https://video.repubblica.it/cronaca/mala-e-buona-universita-videoforum-con-la-ministra-cristina-messa-l-integrale/386616/387341). Costei negò che la corruzione fosse la regola, parlò di sporadici, rari casi di irregolarità, e insomma lasciò intendere che tutto sarebbe rimasto e rimarrà com’è. E in effetti il disegno di legge di cui ciascuno può leggere la bozza sul sito del ministero univ e ric scient [ https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01300125.pdf ] azzera ogni speranza di avvicinarci alla etica pubblica dei Paesi progrediti, quali la Danimarca.

P.S. solo all’inizio del 2021 sono stati numerosissimi gli articoli su quotidiani volti a smascherare il carattere delinquenziale del reclutamento univ. : Saverio Regasto, “Le proposte di Italia Viva che fanno rimpiangere la Gelmini” (Il fatto quotidiano, 30.1.2021), Tommaso Montanari, “Dad, scuola di disuguaglianza. E l’università premia i ‘clan’” (Il fatto quotidiano, 22.03.2021); Giulia Torlone, “Università sotto esame per i concorsi truccati” (Il venerdì, 26.03.2021); Gian Antonio Stella, “Quegli ambigui concorsi accademici” (Corriere della Sera, 14.04.2021); John Foot, “Studiare tra i baroni” (Internazionale, 16.04.2021); Alessandro Gonzato, “Favoriti gli incapaci. I concorsi col trucco nelle università” (Libero quotidiano, 24.04.2021)

RAGAZZI CHE AVETE L’AMBIZIONE DI COSTRUIRE QUALCOSA DI VALIDO NELLA VOSTRA FUTURA ATTIVITÀ  DI  LAVORO, CHE SI  TRATTI DELLA RICERCA O DI QUALSIASI ATTIVITÀ CHE RICHIEDE GRANDE DEDIZIONE E IMPEGNO LASCIATE L’ITALIA!!!!  APPENA VI SARETE LAUREATI FUGGITE A GAMBE LEVATE!!  NON LASCIATEVI FREGARE DALLA RETORICA STUPIDA E MENZOGNERA SECONDO CUI SE I MIGLIORI SE NE VANNO QUESTO PAESE VIENE DEPAUTERATO DI RISORSE CHE ESSO STESSO HA FORGIATO!! FESSERIE, SIETE BRAVI PERCHÉ  VI SIETE IMPEGNATI, AVETE STUDIATO CON GRANDE  VOSTRO SACRIFICIO E MERITATE DI POTERE METTERE A FRUTTO I VOSTRI TALENTI.

MIO FRATELLO INGEGNERE AUREONAUTICO, ALCUNI ANNI DI ESPERIENZA IN AZIENDE IT DEL SETTORE, POI DIPLOMA SDA ALLA BOCCONI CON TESI DI PERFEZIONAMENTO SVOLTA A LONDRA PRESSO UNA IMPORTANTE AZIENDA INGLESE, ACCETTÒ UNA OFFERTA DELL’ENI. OGNI LUNEDÌ MATTINA VENIVA MANDATO DA MILANO A ROMA A SPESE DELL’AZIENDA E OGNI VENERDÌ VENIVA RIPORTATO A MILANO. ERA SPESATO DI TUTTO, CERTO. IL SUO COMPITO A ROMA CONSISTEVA NEL FARE LE FOTOCOPIE A UN ALTO DIRIGENTE DELL’AZIENDA CHE AVEVA LITIGATO CON LA SUA SEGRETARIA, LA QUALE, DAL GIORNO DEL LITIGIO, SI RIFIUTAVA DI FARGLI LE FOTOCOPIE. MIO FRATELLO FECE MOLTE DOMANDE IN FRANCIA (ERA FIDANZATO CON UNA MAURIZIANA BIANCA CHE VIVEVA IN FRANCIA), TUTTE LE AZIENDE LO CONTATTARONO E GLI FECERO I COLLOQUI, OFFRENDOGLI DI ASSUMERLO. SCELSE QUELLA CHE GLI OFFERSE LA POSIZIONE PIÙ VICINA AL SUO ORIZZONTE DI INTERESSI E DI ATTESE, POI CAMBIÒ PIÙ VOLTE LAVORO E AZIENDA FINO A DIVENTARE UN TOP MANAGER (PER LA FRANCIA!) CHE SVOLSE INCARICHI MOLTO IMPORTANTI IN ESTREMO ORIENTE E IN MEDIO ORIENTE.  IL SOLE 24 ORE LO CONTATTÒ PER COMINCIARE DA LUI UNA SERIE DI ARTICOLI SUI MANAGERS ITALIANI CHE AVEVANO SFONDATO ALL’ESTERO, MA L’AZIENDA GLI PROIBÌ DI RILASCIARE LE INTERVISTE PERCHÉ NON SI FIDAVA DI UN GIORNALE ITALIANO (DEL SOLE 24 ORE!!!).

E ORA COPIO-INCOLLO LA TRISTISSIMA LETTERA CHE HO RICEVUTO DALL’OICU, PERSA OGNI SPERANZA

Ai membri dell’Osservatorio Indipendente dei Concorsi Universitari
osservatorioconcorsi@gmail.com

Quando,  nel  febbraio  del  2017,  abbiamo  deciso  di  creare  l’Osservatorio  Indipendente  dei Concorsi  Universitari  (OICU),  il  tema  del  reclutamento  poco  trasparente,  della  cooptazione
personale e dei concorsi pilotati non era una novità, come non lo era neanche prima della riforma del 2010. Eravamo  coscienti,  e oggi lo  siamo  ancora di  più,  che,  accanto  a  un  prestigio  internazionale spesso  riconosciuto,  l’Università  italiana  soffra  di  clientelismo,  perpetuato  tramite  concorsi  ad personam improntati a una logica familistico-tribale, che raramente premia il merito e mal si concilia con un’onesta gestione di denaro pubblico.
La domanda iniziale che noi fondatori ci siamo posti è stata: quali sono le azioni concrete che, come  comunità  civile  (prima  ancora  che  accademica),  possiamo  portare  avanti  per  costituire  un deterrente  efficace  a  tali  abusi? La  risposta  è  stata  la  nascita  dell’OICU.  Come  gruppo  di  studiosi prima, e come comitato dal febbraio 2019, abbiamo portato avanti una campagna di monitoraggio dei  concorsi  universitari  e  al  Consiglio  Nazionale  delle  Ricerca  (CNR)  e  abbiamo  cercato  di  fare pressione sui rettori, sulla CRUI, sul CUN, sul Presidente del CNR e sul governo affinché venissero modificate  le  leggi  sul  reclutamento,  che  troppo  spesso  consentono  alle  commissioni  –  grazie all’esistenza di parametri non normati a livello nazione (per i concorsi a professore), o i cui punteggi sono di volta in volta variati ad hoc dalle singole commissioni (per i ricercatori a tempo determinato) di far vincere il candidato prescelto prima che il concorso si bandisse, anche laddove non risultasse comparativamente  il  migliore. Era  inoltre  forte  la  percezione  che,  secondo l’opinione  pubblica,  il problema  del  reclutamento  fosse  in  qualche  modo  secondario;  e  la  stessa  sensazione  sembrava emergere  dalla politica,  che  tre  anni  fa  parlando  di  istruzione  si  riferiva  quasi  esclusivamente  alla scuola.
In  questo  triennio,  l’OICU  ha  ricevuto  moltissime  segnalazioni  che  spesso  sono  entrate  nel merito delle valutazioni e, dopo un’attenta analisi, ha segnalato alle istituzioni e al Ministero svariati difetti  di  trasparenza  nelle  procedure  comparative,  difetti  nella  pubblicità  dei  verbali  e  bandi “profilati” su caratteristiche specifiche ed esclusive. L’OICU ha ottenuto successi importanti: ha fatto annullare concorsi maldestramente truccati, è arrivato a essere ascoltato in Commissione Cultura, ha ricevuto  l’apprezzamento  del  Presidente  della  Repubblica  Mattarella,  ha  organizzato  un  convegno sull’università invitando la comunità scientifica (dai dottorandi ai rettori) e la politica (dal Presidente della Repubblica ai parlamentari) a dialogare apertamente sulla questione reclutamento.
Senza falsa modestia, uno dei principali meriti del nostro Osservatorio è stato quello di portare costantemente  a  galla  – con  modalità  diverse,  in  diverse  sedi  e  insieme  ad  altre  associazioni – il sommerso  di  cui  l’opinione  pubblica  non  poteva  cogliere  la  consistenza,  ovvero  la  dimensione osservatorioconcorsi@gmail.com sistemica e nazionale della distorsione delle modalità di reclutamento, rilevata oggi – dopo i processi di Catania e di Firenze e il caso Suárez – anche dalla Magistratura. Il risultato più eclatante di questa azione  è  stato il  lungo  reportage  «Agnese  nel  paese  dei  baroni» pubblicato  da  La Repubblica il  25 aprile 2021.
Oggi prendiamo anche atto che, nonostante l’attenzione e lo sdegno dell’opinione pubblica, la parte più potente della comunità scientifica (la Conferenza dei rettori, CRUI)  e una parte importante
dei decisori politici (a partire dall’attuale ministro dell’università e della ricerca) evidentemente non vuole un reale cambiamento ma preferisce mantenere lo status quo, salvo poi lamentare brogli quando le cose non vanno come vorrebbero o imputare alla penuria di fondi per la ricerca le cattive pratiche nel reclutare i ricercatori. Prendiamo atto che, con una sola eccezione, i governi che si sono succeduti tralasciano ogni forma reale di riflessione su questo importantissimo tema, preferendo atteggiamenti tesi alla ricerca di un effimero impatto mediatico e ostentando l’adesione alla lotta al baronato ma solo come un decorativo luogo comune. In tanti anni un solo ministro, l’onorevole Fedeli, ha agito concretamente  contro  questa  deriva  di arbitrarietà,  costituendo  un  atto  di  indirizzo  che  recepiva  le indicazioni contenuto nel Piano nazionale anticorruzione ANAC in materia di università e ricerca.
Questo Atto è stato sovente disatteso dagli atenei e per lo più ignorato dai successivi ministri e dalle successive proposte di riforma dell’Università.
Prendiamo quindi atto  che  la  classe  politica,  e  con  essa  la  parte più  potente della comunità scientifica, continua a dimostrarsi sorda al diffuso bisogno di partecipazione e all’ampia richiesta di cambiamento e di regole che si registrano e si alimentano almeno dal 2010. Ritenendo quindi che molti  decisori  fingano di  non  capire perché  dovrebbero fare  ciò  che  a  gran  voce  e  da  anni  si  sta chiedendo (cioè una legge che impedisca gli arbitri più vergognosi, ritornando ai concorsi nazionali, prevedendo criteri chiari e trasparenti e sorteggiando i commissari da ampi albi di esperti nazionali e internazionali  precostituiti),  anche  alla  luce  delle  recenti  accelerazioni  su  una  proposta  di  legge  sul reclutamento che disattende ogni nostra aspettativa, crediamo che la nostra attività di monitoraggio e sensibilizzazione e tutta intera l’attività dell’OICU non abbia più ragione di esistere. Crediamo anzi che la nostra attività abbia paradossalmente contribuito ad affrettare l’individuazione di quella che ci sembra  la  vergognosa  “soluzione  finale”  del  problema:  fare  finta  che  non  ci  siano  due  intere generazioni di studiosi di alto profilo scientifico che hanno il diritto di essere sottoposti a selezioni imparziali, concentrandosi viceversa su studiosi che ancora non ci sono, che saranno cooptati fin dai primi  passi  della  loro  carriera,  e  perfezionando  così  il  tentativo,  già  evidente  nella  cosiddetta  legge Gelmini, di favorire le decisioni più personalistiche e di convertire i problemi del reclutamento nella loro grossolana (as)soluzione.
Per   queste   ragioni,   ringraziando   chiunque   abbia   sostenuto   l’OICU   e   abbia   creduto nell’importanza  della sua missione,  mossa  dall’amore  per la ricerca e  per la legalità delle istituzioni universitarie, sciogliamo il comitato. Come ultimo atto invitiamo quanti hanno a cuore le buone sorti dell’università    e  della  ricerca  italiana  a  spedire  la  seguente  e-mail  alla  Ministro  della  pubblica istruzione (segreteria.ministro@miur.it), al Presidente del Consiglio (presidente@pec.governo.it) e in copia  all’Osservatorio (osservatorioconcorsi@gmail.com).  Il  messaggio, nell’oggetto  e  nel  testo, deve essere:

NON VOGLIAMO UN RECLUTAMENTO CON FALSA COMPETIZIONE. VOGLIAMO CHE VINCANO I MIGLIORI E NON I COOPTATI.

Osservatorio Indipendente dei Concorsi Universitari

osservatorioconcorsi@gmail.com

academia.edu

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