La ministra Cartabia e il Presidente Mattarella hanno ragione da vendere quando chiedono e promettono una cospicua riforma del Consiglio Superiore della magistratura.

  1. Esso, il CSM, senza dubbio è uno dei luoghi in cui è stata sancita l’adesione di alcuni alti magistrati (non solo Palamara) al sistema clientelare che affligge il Belpaese. Sarà effettuata in modo efficace la riforma? Credo che occorrerebbe: a) inserire il Presidente della Camera e quello del Senato come membri effettivi del Consiglio il quale, com’è noto, è da sempre presieduto dal Presidente della Repubblica e comprende per statuto il Primo Presidente della Corte di cassazione e il Procuratore generale presso la Corte di cassazione (ok.) b) eliminare la presenza dei parlamentari dal CSM (sono loro che spingono i magistrati ad attuare azioni da corrotti e /o che si alleano con magistrati capicorrente e inclini a lasciarsi corrompere); c) eleggere 13 magistrati tra i ventidue membri restanti. Questi membri togati del CSM siano espressi mediante sorteggio compiuto tra i 1000 o poco più magistrati con il grado (anche se non con le funzioni) di Consigliere di Cassazione. I sorteggiati NON possono rifiutarsi di entrare nell’organo predetto se non per gravissimi ragioni (malattia pesante ecc.); d) sorteggiare gli altri 9 membri, non togati, tra i presidenti dell’Ordine degli avvocati di tutto il Paese (ogni capoluogo ne ha uno).Mi sono resa conto con sgomento che tantissimi Italiani parlano assolutamente a vanvera della magistratura. Pochi giorni or sono ero a cena in un bel ristorante con 4 amiche tutte laureate. Una di queste, insegnante in pensione di lettere alle superiori, ora scrive su giornali ciellini per il tramite del marito, ex giornalista di professione. A un certo punto questa si mette a parlare con vivissima indignazione dei molti casi di innocenti condannati e si mette a invocare la responsabilità civile dei giudici: paghino per aver condannato un innocente! Rimango trasecolata; obietto immediatamente che la nostra (italiana) media di condannati che risultano poi innocenti è bassissima e certo non superiore a quella della media dei Paesi civili. La magistratura applica il principio: in dubio pro reo. Quindi vigorosamente ribatto che la responsabilità civile dei giudici c’è già e da gran tempo. Sono meno presuntuosa di quel che si potrebbe credere. Appena rientrata a casa mia ho controllato. La responsabilità civile dei giudici esiste dal 1987. I giudici sono quasi sempre molto garantisti e applicano a stragrande maggioranza il principio per cui è molto meglio un colpevole fuori che un innocente in galera. Il giudice stabilisce non la Verità bensì la verità processuale. Nei casi in cui purtroppo un innocente viene condannato lo Stato deve risarcire la vittima. Può poi ovviamente di rivalersi sul giudice se vi è stato dolo o colpa grave. È in atto una offensiva transpartitica ma legata soprattutto alle destre che vuole rendere il giudice ricattabile dalla parte più forte (parte politica: abbiamo idea del numero di pregiudicati e/o di inquisiti che stanno nei partiti di destra?) . Lo scopo è che il giudice dia ragione a un John Elkann o a un Berlusconi invece che al poveraccio il quale ha subito prepotenza o violenza. Quanto alla casta dei giornalisti, alla sua colpevole superficialità, meglio no comment.

  1. ANSA.it

Redazione ANSA ROMA 28 novembre 2021 16:51NEWS

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  2. Cartabia, ora riforma Csm, più indipendenza interna magistrati

Cartabia, ora riforma Csm, più indipendenza interna magistrati

‘Ha ragione Mattarella. Ma magistratura indipendente da politica’

“La nostra magistratura una forte indipendenza dal potere politico, ce l’ha”; “nonostante ciò nel nostro paese si è creato il problema della garanzia dell’indipendenza del singolo giudice anche all’interno della stessa magistratura”.

Lo dice la ministra della Giustizia Marta Cartabia intervistata alla festa del Foglio.

“La rafforzeremo con la prossima riforma del Csm, che ci è stata sollecitata in modo molto energico dal presidente della Repubblica che ha ragione. Finiti i compiti per l’Europa e il Pnrr metteremo mano a questo”. 

Spiegando come in Italia “la magistratura” abbia una “forte indipendenza dal potere politico”, Cartabia sottolinea: “E’ diversa dalla situazione che si sta ponendo in Paesi come l’Ungheria e la Polonia dove c’è una struttura politica che toglie spazi di azione alla magistratura. Nonostante ciò – aggiunge -, nel nostro paese si è creato un problema della garanzia dell’indipendenza del singolo giudice anche all’interno della stessa magistratura. Da noi – riferisce – sin dal primo anno si insegna che l’indipendenza della magistratura deve essere esterna e interna”.